2 giugno Festa della Repubblica

2 giugno Festa della Repubblica

76° anniversario della proclamazione della Repubblica Italiana.

Il Sindaco Luigi De Vincenzi in occasione del 76° anniversario della proclamazione della Repubblica Italiana.

Desidero ringraziare tutti voi, concittadine e concittadini, autorità civili, militari e religiose, alunni delle scuole pietresi, rappresentanti delle associazioni combattentistiche e di volontariato, per la partecipazione alle celebrazioni dell’anniversario della nostra Repubblica.

Dopo due anni di pandemia, che ci ha visto ricordare il 2 giugno in modo personale e in forma privata, oggi ci ritroviamo finalmente di nuovo in piazza a festeggiare la Festa della Repubblica e a celebrare insieme, in una città vestita a festa, i valori che l’hanno fondata: la democrazia, la libertà, il lavoro, la pace, oggi più che mai.

 


Oggi commemoriamo quel 2 giugno del 1946 quando gli italiani e, per la prima volta le italiane, con il loro voto, decisero la nuova forma di governo dell’Italia e affidarono all’Assemblea Costituente il compito di scrivere la nuova Costituzione.

Un grazie speciale agli alunni della classe IV della scuola primaria "Papa Giovanni XXIII" e alle loro insegnanti che,  in rappresentanza di tutti gli studenti delle scuole pietresi, ci hanno fatto vivere un momento veramente emozionate attraverso le parole, le immagini, i colori e le musiche dei loro lavori "Persone lontane che si riuniscono sotto un'unica bandiera" e "Poesie e disegni della nostra Italia".


Il referendum di allora fu il primo passo per la rinascita morale e materiale del nostro Paese, come la vittoria della Repubblica, che oggi celebriamo, segnò l’inizio di una nuova stagione politica e sociale che troverà nella Costituzione, entrata in vigore il 1° gennaio del 1948, quei principi e quei programmi che a distanza di settantasei anni mantengono intatta la loro forza, la loro modernità e la loro attualità., oggi più che mai.


Poco più di un mese fa ci siamo ritrovati, di nuovo dopo due anni di iniziative silenziose e individuali, a festeggiare insieme il 25 aprile, che per me è il vero compleanno dell’Italia e senza il quale non avremmo nulla da festeggiare oggi, e già allora abbiamo sentita impellente la necessità di riflettere profondamente sul significato, sull’importanza, sulla concretezza, sull’attualità di ciò che stavamo ricordando.


Oggi questa riflessione è obbligata e più che mai cogente.


Usciamo da due anni di una pandemia che ha prodotto lutti e macerie e ha messo a rischio tanti progetti di vita e di lavoro, mettendo a dura prova la struttura produttiva del nostro Paese e, come i nostri padri alla fine della seconda guerra mondiale, ora dobbiamo ricostruire e siamo pronti, finalmente, a ripartire.


Ma il 2 giugno che stiamo festeggiando non può prescindere dal guardare con consapevolezza al teatro crudo e violento della guerra che si sta combattendo nel cuore della nostra Europa, a poco più di due ore di aereo da qui e, come per i nostri padri all’indomani di quel conflitto devastante, non possiamo non riconoscere, nel nostro 2 giugno di oggi, la scelta netta di affermare la democrazia sulla dittatura, la libertà contro l’oppressione, la pace contro la ferocia della guerra, la civiltà immersa in uno stato di diritto contro la tirannia.
E’ a questi principi e a questi valori che dobbiamo guardare e trarre forza per affrontare le difficoltà del nostro tempo, come fecero i padri costituenti che allora vennero chiamati a dare una risposta concreta ai problemi ma soprattutto alle aspirazioni di progresso della società italiana.


Seppero raggiungere un difficile ma virtuoso compromesso tra le diverse anime politiche rappresentate nell’assemblea costituente e scelsero di scrivere una carta costituzionale che sanciva la nostra Repubblica come la casa di tutti, fondata sulla democrazia, sulla libertà e sulla dignità delle persone.


Oggi, come allora, è tempo di ricostruire, di ripartire, di rifiorire, come è successo solo pochi giorni fa con le meraviglie che abbiamo vissuto con Pietra Ligure InFiore, che ha riempito questa piazza e il nostro centro storico di bellezza, vita, colori, profumi e tanta speranza.

 

Questo 2 giugno, finalmente di nuovo festeggiato con la gente e in mezzo alla gente, è, in un certo senso, la nostra ripartenza.


Nei lunghi mesi bui della pandemia abbiamo toccato con mano l’importanza della solidarietà, dell’altruismo, della pazienza e del rispetto, riappropriandoci di un rinnovato senso di coesione e oggi, all’ombra degli echi di guerra che continuano a risuonare, abbiamo ben capito cosa vuol dire vivere in un contesto democratico e in uno stato di diritto.


Non disperdiamoli, ma alimentiamoli e assicuriamoci tutti che l’esperienza vissuta da ciascuno resti chiara nella nostra coscienza, diventi parte del nostro patrimonio, resti metro di giudizio anche domani, nel quotidiano, nella nuova normalità che ci apprestiamo a vivere.


Del resto, questi valori sono il lascito più prezioso della Liberazione e hanno trovato consolidamento nella scelta compiuta con il referendum del 2 e 3 di giugno 1946.


Celebriamo con gioia e fiducia il 76° compleanno dell’Italia repubblicana, un’Italia che seppe risorgere e riprendere le redini del proprio destino, dandosi al contempo una moderna e innovativa forma di governo, garanzia ancora oggi di democrazia, libertà e diritti.


La nostra Costituzione è frutto di un grande slancio e del valore morale di uomini che furono capaci di far prevalere la comunanza di intenti sui contrasti, in nome di un unico interesse superiore, quello del Popolo Italiano.


Questo disegno scelto con forza ha dato vita alla nostra Repubblica aperta, libera e vitale, in cui le differenti sensibilità e i legittimi interessi di parte devono comporsi in un confronto libero, democratico e rispettoso dell'opinione altrui per perseguire il bene comune.


Mi piace chiudere con un celebre passaggio di Piero Calamandrei che, nel suo “Discorso sulla Costituzione” agli studenti milanesi nel 1955, disse “... la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà…”


La Festa della Repubblica ci ricorda, ancora una volta, che ognuno di noi deve contribuire alla costruzione di ciò che è il bene comune e che tutti noi siamo chiamati a metterci al servizio della nostra comunità, onorando la nostra straordinaria Costituzione e rendendo onore ai sacrifici di vite umane e sofferenze che il nostro popolo, il popolo italiano ha dovuto affrontare, ieri come oggi.


Viva l’Italia! Viva la Repubblica! Viva la Costituzione!

(Pietra Ligure, 2 giugno 2022)